Sono giorni che ti inseguo
sperando che alla fine potrò stringerti a me.
In un abbraccio che duri un infinito momento.
In un abbraccio che possa legare i nostri spiriti così,
senza altri pensieri intorno.
Un abbraccio che li unisca e non li faccia sciogliere più
bisognosi l’un l’altro, di un puro sentimento.
Non mi sono mai accorto
che nella lunga corsa, fatta di sospiri lunghi ed irrequieti,
i giri immensi del mio cuore, portavano comunque a te.
E così, sono qui a salutarti dall’alto del mio paradiso.
In preda ad un sogno chiamato amore
che mai mi stancherò di sognare
e che mai mi sazierà, della luce del tuo sorriso.
Perché è negli attimi fuggenti
dei nostri sguardi che t’ho incontrato
ed è lì, che son certo di ritrovarti, a guardare assieme
lo stesso cielo, le stesse nuvole e lo stesso creato.
Ma proprio ora, che pensavo
di ingannare il vuoto della tua mancanza,
una struggente malinconia mi assale.
Vengo improvvisamente rapito da essa
fino a scomparir nell’abisso della solitudine, di questa stanza.
No, non voglio dargliela vinta stavolta!
Essa ha pervaso la mia mente
e non fa altro che oscurare i miei pensieri
che si contorcono di volta in volta.
E allora scappo via, vagando per le vie del paese
in cerca di qualcosa, che neanche io so, possa esistere.
Cammino senza meta e senza pretese
in un giro infinito, che mi porta invano ad insistere.
Corro tra l’inquietudine del mio cuore e la tristezza
e ad un tratto, vengo pervaso da una piacevole sensazione,
di tranquilla e pacifica spensieratezza.
Riesco a percepire soltanto un profumo nuovo
che inaspettatamente ferma quella mia insensata corsa
nel vicolo cieco dove mi ritrovo.
Ti penso.
Il mio corpo si impregna di una fresca luce
che mi accompagna lungo i miei passi.
Una nuova stagione è entrata in scena e come sempre,
senza chiedere niente in cambio,
ha illuminato la terra e ciò che io facessi.
Tutto ora ha un senso.
Il ragazzo che uscendo di casa, respirava a pieni polmoni
l’aroma della sua terra, è tornato.
Sente l’odore di un vigneto in fioritura, di un campo arato;
di una pentola che bolle sul fuoco ancora acceso
e lo riporta ad esser piccolo, quasi indifeso.
Sente il profumo di terra bagnata
e di fiori d’arancio, che sbocciando,
gli impregnano l’anima di gusto e di una freschezza bramata.
Sente l’odore dei fili d’erba spezzati
e di acqua pregna di selvatico
che scorre lungo il suo viso
e gli dona l’allegria dei tempi passati.
Sente la vita, di qualsiasi altra cosa possa sfiorare
e nelle sue vene la sente pulsare.
Sente che nulla più, può fargli paura
e finalmente, si riappacifica con se stesso
e con tutto ciò che l’oscura.
Ma nel breve e tortuoso viaggio, dove è mancato
l’equilibrio del suo spirito e della sua mente,
qualcosa di molto violento di dosso se ne andato.
Qualcosa di brutto, che una volta per tutte,
ha respinto tenacemente.
Tu amore mio, sei come questa nuova stagione
piena di sogni, senza che io lo sapessi.
Tu amore mio, sei come la luce
che accompagna i miei passi.
Tu amore mio, sei la vera sostanza
che da a tutto un significato.
Tu amore mio, sei come quel buon profumo
che per strada ho ritrovato.
Salvatore Franco
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